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La danzatrice
Spesso per l’altre età, se l’idïoma
D’Italia correrà puro a’nepoti,
(É vostro, e voi, deh ! lo serbate,
o Grazie !)
Tento ritrar ne’ versi miei la sacra
Danzatrice, men bella allor che siede,
Men di te bella, o gentil sonatrice,
Men amabil di te quando favelli,
O nutrice dell’api, Ma se danza,
Vedila ! tutta l’armonia del suono
Scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso
Della sua bocca; e un moto, un atto, un vezzo
Manda agli sguardi venustà improvvisa.
E chi pinger la può ? Mentre aritrarla
Pongo industre la sguardo, ecco m’elude,
E le carole che lenta disegna
Affretta rapidissima, e s’invola
Sorvolando su’fiori; appena veggio
Il vel fuggente biancheggiar fra’mirti.