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A una danzatrice distratta

 

 

Nuda l'inguine gracile, fiorita

d'un madore fugace,

danzi, la gota un poco

china, docile quasi

non alla nota del roco

flauto

ma ad un remoto

suono che alla memoria

piace.

 

Una ruga t'imbroncia

il labbro, mentre una fatua

rete ritesse pallido

il tuo piede sul piede

rapido della tua

ombra, e la mano nell'aria

vuota, cenni segreti,

addii chiechi disegna,

rosea, solitaria.

 

Vapora dalla tua

patita grazia il calore

esile della tua vita. Danzi

china la gota, un po' vinta da quel

suono remoto fondo;

non lieta né triste, come

s'incanta nel treno oscuro, al lungo

rombo, viaggatore notturno.

 
 
Dance Poetry
A comprehensive anthology
Edited by Alkis Raftis
Copyright 2012

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